Le vendite e i prezzi degli immobili stanno diminuendo e i tempi di transazione si allungano. Lo studio Nomisma certifica che il settore sta attraversando una nuova crisi. Ma Milano è pronto a rialzare la testa.
Il Covid infetta anche il mercato immobiliare. Inevitabilmente, il coronavirus ha rallentato tutto, colpendo gravemente il mercato immobiliare: transazioni (acquisti e vendite), prezzi, ma anche costruzioni.
Secondo l’istituto di ricerca Nomisma, l’anno 2020 conoscerà una diminuazione del 18% sulle transazioni rispetto allo scorso anno, passando da 603.000 a 494.000. E le tendenze negative dovrebbero continuare almeno nella prima metà del 2021.
Non sorprende che il calo si stia facendo sentire anche sui prezzi. Secondo Nomisma, i prezzi scenderanno in media del 2,6% per i residenziali in tutto il paese e di oltre il 3% per uffici e negozi.
L’effetto Covid si ripercuote anche sulle scadenze, prorogate da 3 a 4 mesi aggiuntivi per la vendita di un immobile, stima l’osservatorio che ha effettuato lo studio su 13 metropoli italiane.
La situazione a Milano
Le città italiane non vengono colpite allo stesso modo. Torino, Napoli, Catania, Bari e Roma hanno sofferto maggiormente con performance particolarmente negative nel settore residenziale, mentre Firenze, Padova, Bologna e Milano hanno mostrato flessioni più contenute del mercato. Il capoluogo lombardo è anche la città che nel 2020 dovrebbe sentire meno la crisi del settore immobiliare. Secondo Nomisma, dal 2021 il settore potrebbe infatti rialzare la testa con una domanda che dovrebbe tornare a crescere e un rimbalzo delle operazioni di oltre il 13%. Nel 2022 si prevede che la crescita continui, anche se non tornerà ancora al livello pre-covid.
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