Alla pandemia spesso segue la carestia. Ma gli esperti di mercato e di borsa non la pensano proprio così. Nemmeno per il nostro fragile Paese. Fondamentale è saper suddividere il portafoglio.
Previsioni economiche e investimenti in Italia
Il 2021 non sarà un anno di contrazione. Le politiche monetarie espansive, se il portafoglio si mantiene equilibrato, favoriranno gli investimenti.
In Italia, dove persiste da anni il debito pubblico e l’incertezza economica, si punta molto sulle politiche della Bce. Per cui i nostri Titoli di Stato, seppur abbiano mostrato delle buone performance e siano ricercati, in realtà hanno un rendimento basso. Piuttosto conviene puntare su azioni e non obbligazioni nazionali per miglior profilo rischio-rendimento.
Ciò che dà garanzia ai mercati è la sostituzione del nostro debito con quello del recovery europeo. Fra i nostri BTP potrebbero fare il boom di richieste quelli Futura, quelli Green e gli Short Tem.
Con la nuova legge del DL 34 i Pir (Piani Individuali di Risparmio) possono rappresentare le nuova frontiere dell’investimento per i piccoli risparmiatori.
Infatti soprattutto quelli alternativi, che sono un prodotto recente, spostando l’interesse verso l’economia reale (piccole medie imprese e aziende non quotate) consentono di investire per il gestore sia su quote di capitale azionario che di debito. I Pir tradizionali consentivano investimenti in capitali di massimo 30.000 all’anno da vincolare per 5 anni. Questi, invece, hanno una defiscalizzazione di 150.000 euro l’anno per 10 anni.
Un occhio di interesse, poi, per i vantaggi della Legge di Bilancio 2021. Il credito d’imposta promosso al 20%, in piena parità con le potenziali perdite subite nel corso dell’anno, potrà consentire di recuperare in un decennio, a condizione che si mantenga in portafoglio l’investimento in Pir per 5 anni.
In quali settori investire?
I settori della tecnologia – acronimo FAANG (Facebook, Apple, Amazon, Netflix e Google) – restano fra quelli di punta, ma non necessariamente i principali.
Degni di nota per i fondisti sono invece i nuovi settori dell’energia, dell’Environment, Social e Governance, infine sempre interessanti sono i Value, per la precisione quelli finanziari.
Vanno diversificati i titoli dei fondi quest’anno. Un esempio può essere il fondo del Gestore ACOMEA SGR.
Più in generale potreste inserire:
- attività a spread: i bond emergenti
- mercati azionari: aree cicliche e nuove
- bond di qualità governativi e investment grade
Il fattore Cina
Inevitabile considerare poi la situazione della Cina che ha previsioni di crescita del PIL all’8%. Un asset allocation non può ignorare l’antico Paese asiatico e i suoi Stati limitrofi. Se l’amministrazione Biden saprà recuperare contatti commerciali produttivi, investire sulla Cina potrebbe essere fondamentale.
Così come lo potrebbe essere puntare sui mercati emergenti, più che altro perché presentano tassi di interesse elevato.
Per questi bisogna ipotizzare una quota superiore anche al 10% e con tassi di crescita nel medio termine e il peso complessivo delle azioni emergenti andrebbe posto addirittura fra il 15% e il 20%.
In conclusione per i fondisti, mai come quest’anno, l’investimento deve essere diversificato sia settorialmente che dal punto di vista delle aree geografiche.
Lascia un commento